In questo periodo di lockdown ci sono mancati: il traffico, il rumore, la ricerca di un parcheggio? Sicuri di voler tornare proprio in tutto alla vita di prima?
Camminare per strada riappropriandoci degli spazi della nostra città, non è stato un effetto collaterale piacevolmente inatteso di una situazione
indesiderata da dimenticare?
E allora, tornare come prima non è abbastanza. Sosta gratuita per tutti per festeggiare, per premiarci e… imbottigliarci più di prima nel traffico…no Grazie!
E se provassimo a scrivere un altro lieto fine? Se non ci regalassimo solo l’illusione di una festa, ma provassimo a cominciare a vivere una Lecco nuova?
Dimostrato, perché i dati lo dimostrano, che sosta e traffico sono facce della stessa medaglia e che la sosta gratuita è solo un placebo.
Incentivare l’uso dell’auto con le soste gratuite renderebbe solo più difficile trovare sosta in centro Lecco, perché sosta libera vuol dire gara a chi arriva
prima e riesce a starci più a lungo. Mentre il traffico aumenta per i veicoli in cerca di parcheggio. Con il rischio poi che per rispondere al bisogno di sempre nuove soste, consumiamo suolo e denari pubblici per costruire nuovi parcheggi.
Ipotizziamo, invece, di scrivere regole della sosta per chi vive situazioni di fragilità o di necessità: anziani, persone con disabilità, bisogno di sosta per attività lavorative che hanno bisogno di ripartire. Le regole per alcuni, offrono l’occasione pagando la sosta di disincentivare l’uso dell’auto e di favorire la mobilità alternativa e sostenibile senza ridurre gli afflussi per godere della città e dei suoi negozi.
Così stanno meglio tutti: risparmia chi decide di non usare l’auto e ha un servizio migliore chi la deve usare. Per un consenso facile e immediato, per un presunto profitto nelle vendite al commercio, ci perdiamo la possibilità di “guadagnare” aria pulita, godere di maggior spazio, ma soprattutto di vivere gli spazi della nostra città in odo nuovo e più sostenibile, a piedi, in bici e con i mezzi pubblici, facendo acquisti in piena libertà e aumentando anche le opportunità per negozi ed esercizi commerciali.
Pensate non sia possibile? Proviamoci per l’estate con quelli che saranno turisti “di prossimità” e con i residenti che vogliono assaporare il gusto della libertà
ritrovata a proporre esperienze di zona 30 dal basso.
Molti “…non sanno che le zone 30 aumentano la qualità della vita e riducono sensibilmente il rischio di incidenti” (Lydia Bonanomi).
AmbientalMenteLecco propone quindi di testare su Lecco un’esperienza di “urbanismo tattico”: scegliere una o più strade del centro storico o uno dei centri delle frazioni storiche lecchese per sperimentare una moderazione del traffico, magari anche una pedonalizzazione nei punti che si prestano (se possibile anche attraverso un confronto e un co-progettazione con chi quel territorio lo vive). A cui far seguire poi una verifica degli effetti positivi e un ampliamento del progetto zona 30 ad altre strade o altri quartieri.
E a settembre si potrebbe pensare di sperimentare queste zone 30 in un’area della città ad alto flusso di traffico, magari in prossimità delle scuole con l’obiettivo di decongestionare la città in un momento in cui tutto ripartirà e in cui la viabilità potrà rischiare davvero il collasso.