La fase due impone alla nostra città un ripensamento e una ripartenza anche sul tema della mobilità. La parola d’ordine deve essere una: mobilità sostenibile.
Tutti ormai sappiamo che gli autobus avranno delle forti restrizioni all’utilizzo dovute al distanziamento sociale, riducendo la capienza dei mezzi a quasi il 30%.
È evidente che si dovrà provare a fare tutto quanto è possibile per potenziarli come anche per diluire le cosiddette “fasce di punta” onde evitare un utilizzo troppo concentrato dei mezzi. Tuttavia, è probabile che la maggior parte della popolazione tenderà ad usare l’auto, considerata in maniera troppo sbrigativa un mezzo più sicuro. Questo rischia di portare a forti intasamenti in futuro, soprattutto quando riprenderanno le scuole, con conseguente aumento di inquinamento, perdite di tempo e riduzione della sicurezza. Diventa dunque fondamentale prepararsi e ci permettiamo di delineare quello che riteniamo dovrebbe essere lo scenario con 4 punti strategici che riteniamo dovrebbero essere tenuti in considerazione.
In primis, le auto non avranno bisogno di essere incentivate, perché verranno usate anche troppo. Quindi le ZTL dovrebbero rimanere come sono e i costi dei parcheggi devono rimanere tali.
Al contrario, e questo è il secondo punto, vanno però incentivati quei percorsi in sicurezza di mobilità urbana che possono essere percorsi a piedi o in bicicletta: i cosiddetti sentieri urbani. Per farlo bisognerà mettere in campo una forte riduzione della velocità di percorrenza delle auto, creando diverse zone 30 tra di loro interconnesse, così da creare un reticolo di percorsi più sicuri che possa spingere le persone a scegliere di spostarsi anche a piedi o in bicicletta, comunicando al meglio tali percorsi e dotandoli delle infrastrutture necessarie. Tra cui, per esempio, anche parcheggi sicuri per le due ruote.
La terza proposta è quella di rendere noto che saranno da preferirsi, come è stato in tutto questo periodo, gli spostamenti di vicinato e l’utilizzo di quei negozi che ci permettono di avere servizi senza attraversare la città, intasandola spesso inutilmente. Nella stessa direzione va il ragionamento sul supporto allo smart working.
In quarto luogo, la vera sfida sarà alla riapertura delle scuole: bisognerà trovare il modo di incentivare l’utilizzo del piedibus di Lecco, riducendo l’afflusso delle macchine fuori dai cancelli delle scuole, garantendo alle famiglie però che i loro figli possano raggiungerle in sicurezza ma a piedi, quando possibile. Questo può ridurre ulteriormente il numero delle auto circolanti inutilmente, visto che molti genitori che vanno a lavoro lo farebbero senza passare dalla scuola andando a intasare proprio quell’area. Bisognerebbe anche valutare la possibilità, nelle scuole superiori, di incentivare il loro raggiungimento da parte degli studenti a piedi o in bici in base alla distanza dell’abitazione, magari coinvolgendo i docenti di scienze motorie con un ruolo che possa fungere da stimolo.
Queste sono solo alcune idee e il percorso per arrivare a contenere l’impatto di un mobilità auto-centrica sul Lecco non sarà certo semplice e richiederà una certa dose di coraggio e di voglia di guardare il tutto da nuove prospettive, ma crediamo che questa sia l’occasione giusta per andare incontro alle nuove esigenze senza soccombere alle vecchie abitudini.